ASPEN MOVIE MAP: Il progetto che ha anticipato Street View (ed era anche più completo)
Immaginate di poter viaggiare per le strade di una città, ad esempio Aspen in Colorado, pur vivendo in una qualsiasi altra parte del mondo. Potete visitare le strade, andare avanti e indietro, zommare su alcuni particolari. Google Street View? Ok, ma immaginate di fare questo nel 1978. È quello che fece il Andrew Lippman e il suo team al MIT nel 1978 con il finanziamento dell’ARPA. Stiamo parlando del celebre Aspen Movie Map.
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Indice
L’Aspen Movie Map: un’idea rivoluzionaria
Nel 1978 l’Aspen Movie Map era davvero un’opera pionieristica che combinava filmati in 16mm e tecnologia informatica per creare un’esperienza cinematografica interattiva senza precedenti. Si trattava di un sistema che permetteva agli spettatori di navigare in un film in modo non lineare. Proiettato su uno schermo sferico di 9 metri, il film presentava una serie di scene panoramiche di Aspen, in Colorado. Gli spettatori, muniti di joystick e pulsanti, potevano scegliere da quale angolazione osservare la scena, zoomando avanti o indietro e spostandosi da una location all’altra.
L’idea rivoluzionaria dell’Aspen Movie Map era quella di dare al pubblico il controllo sulla narrazione, permettendogli di esplorare il mondo del film in modo autonomo e creando un’esperienza unica e personalizzata.
Lo sviluppo dell’Aspen Movie Map: come fu realizzato
Su un’auto venne montato uno stabilizzatore giroscopico con quattro cineprese stop-frame da 16 mm e un codificatore che attivava le telecamere ogni tre metri. La distanza veniva stata misurata da un sensore ottico fissato al mozzo di una ruota di bicicletta trascinata dietro il veicolo. Le telecamere catturavano immagini anteriori, posteriori e laterali mentre l’auto attraversava la città. Le riprese si svolsero tutti i giorni tra le 10:00 e le 14:00 per ridurre al minimo le discrepanze di illuminazione.
Il film poi venne assemblato in una raccolta di scene discontinue (un segmento per visione per isolato) e trasferito su laserdisc, il precursore dei DVD. Venne infine realizzato un database che aveva correlato il layout del video presente sul disco con la pianta stradale bidimensionale. In questo modo l’utente poteva scegliere un percorso arbitrario attraverso la città.
L’Aspen Movie Map fu girato nell’autunno del 1978, nell’inverno del 1979 e di nuovo brevemente (con uno stabilizzatore giroscopico attivo) nell’autunno del 1979.
Le caratteristiche
L’Aspen Movie Map funzionava più o meno come l’attuale Google Street View e permetteva molta libertà. Le uniche restrizioni erano la necessità di restare al centro della strada, di spostarsi di dieci piedi tra i gradini e di osservare la strada da una delle quattro viste ortogonali.
L’interazione avveniva con un menu sovrapposto all’immagine video (c’era anche una mappa di navigazione sovrapposta): velocità e angolo di visione venivano modificati selezionando l’apposita icona attraverso un’interfaccia touch-screen, con i comandi che venivano inviati dal processo client che gestiva l’input dell’utente e la grafica sovrapposta a un server che accedeva al database e controllava i lettori laserdisc.
Non solo, c’era anche la possibilità di poter toccare qualsiasi edificio nel campo visivo corrente e gli edifici selezionati contenevano dati aggiuntivi: ad esempio riprese di interni, immagini storiche, menu di ristoranti, interviste video a funzionari comunali, ecc., consentendo all’utente di fare un vero tour virtuale attraverso quegli edifici.
Un’esperienza immersiva
L’Aspen Movie Map non si limitava a presentare immagini panoramiche, ma incorporava anche elementi di narrazione interattiva. In alcune scene, gli spettatori potevano attivare dialoghi o azioni cliccando su oggetti specifici sullo schermo, creando un’esperienza ancora più coinvolgente e immersiva.
Non solo, il software non si limitava a quanto già raccontato ma permetteva anche di cambiare stagione (ovvero di poter girare per le strade di Aspen sia d’estate che d’inverno) e di vedere la città sia nella sua versione fotografica che in una ricostruzione 3D vettoriale. Si potevano avere informazioni sulle attività e i monumenti storici. Anzi, di quest’ultimi era possibile anche vedere una versione storica dei palazzi.
Nonostante la sua breve durata (l’Aspen Movie Map fu presentato solo per poche settimane nel 1978), l’opera ha avuto un’influenza duratura sullo sviluppo del cinema interattivo e dei videogiochi. Le sue innovazioni hanno ispirato generazioni di creatori multimediali e hanno contribuito a gettare le basi per le esperienze narrative interattive che oggi diamo per scontate.
Una tecnologia militare
L’Aspen Movie Map fu progettato con finanziamenti dell’ARPA che in quegli anni erano soggetti ai requisiti di applicazione militare dell’Emendamento Mansfield. L’obiettivo era di trovare una soluzione al problema di far familiarizzare rapidamente i soldati con il nuovo territorio. Nel 1976, infatti, i commando israeliani avevano ricostruito una replica dell’aeroporto ugandese e si erano esercitati al suo interno prima di attaccare quello reale. Al Dipartimento della Difesa americano era piaciuta questa idea e così pensò di fare una cosa simile ma usando la tecnologia con una simulazione tridimensionale.
Foto: domesday86
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